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Friuli Venezia Giulia e la tradizione dei fogolâr

Fogolar in Friuli Venezia Giulia

In Friuli un nuovo itinerario tra le valli della Carnia, le Dolomiti friulane e le Prealpi Orientali, alla scoperta di specialità culinarie, cultura locale e natura: è “Alla scoperta dei fogolâr”. Ideato da PromoTurismoFVG e inserito in una sezione dedicata del portale nella sezione dedicata alla mappa della Strada del Vino e dei Sapori propone un viaggio tra i locali tipici e le tradizioni gastronomiche del Friuli Venezia Giulia, per scoprirne l’anima autentica e conviviale.

La tradizione dei fogolârs unisce molte località della regione e offre ai visitatori la possibilità di costruire diversi itinerari per scoprire le peculiarità enogastronomiche, culturali e naturalistiche del Friuli Venezia Giulia.

Il fogolâr, conosciuto anche come “focolare”, è tra i simboli della regione

Diffuso soprattutto nelle zone montane e nell’alta pianura, il grande caminetto della cucina è stato il punto d’incontro per generazioni di famiglie di ogni estrazione sociale, luogo accanto al quale scaldarsi, preparare i pasti della tradizione, condividere quotidianità e progetti per il futuro. Il focolare ha rivestito un ruolo talmente importante nella cultura regionale da essere scelto come simbolo di appartenenza e nome delle associazioni degli emigrati all’estero.

Sebbene il suo aspetto e uso siano cambiati con il passare del tempo, il fogolâr è ancora un elemento distintivo del Friuli Venezia Giulia, diffuso sia nelle abitazioni, sia nei ristoranti e strutture ricettive che si adoperano per preservarne la memoria storica e le tradizioni culinarie. Questo viaggio ideale tra i fogolâr condurrà alla scoperta delle specialità gastronomiche e del territorio, attraverso alcune valli della Carnia, le Dolomiti friulane e l’area pedemontana del Friuli Occidentale e le Prealpi Orientali.

Prima tappa: da Tolmezzo a Vergegnis

L’itinerario potrebbe iniziare da Tolmezzo, cittadina principale della Carnia. Situata al limite fra montagna, pianura e le acque del Fiume Tagliamento, offre molte opportunità per conoscere le tradizioni legate al fogolâr, sia nei ristoranti, sia grazie al Museo Carnico delle Arti popolari “Michele Gortani”. E’ quindi possibile scoprire gli elementi delle cucine carniche e gli ingredienti usati per le ricette dei piatti tradizionali.

Prodotti regionali del Friuli Venezia Giulia
Prodotti regionali del Friuli Venezia Giulia

Dal museo alla tavola il passaggio è breve, sono sufficienti dieci minuti di auto per raggiungere Verzegnis, dove si trovano altri locali per degustare piatti come il toç in braide (intingolo di polenta, fonduta di malga, salame e morchia) o i cjarsons (agnolotti carnici con erbe e ricotta oppure con ripieno dolce-salato) accanto al fuoco.

A breve distanza da Tolmezzo, in direzione ovest lungo la Valle del Tagliamento, Villa Santina, Enemonzo e Socchieve sono località in cui soddisfare i piaceri del palato e non solo. Sono numerosi i ristoranti e le osterie con tavoli attorno al fogolâr, dove un assaggio di formaggi tipici della zona è imprescindibile.

Sauris e le sue specialità

Il percorso alla scoperta dei focolari prosegue verso nord nella Val Lumiei e ci porta a Sauris.
Il paese alpino è stato scelto dal Ministero del Turismo per rappresentare l’Italia alla seconda edizione del “Best Tourism Villages” di UNWTO (United Nation World Tourism Organization), iniziativa delle Nazioni Unite che premia le destinazioni in cui il turismo preserva tradizioni, cultura locale e biodiversità.

Colori autunnali sul Piancavallo
Colori autunnali sul Piancavallo

Fra i prodotti tipici della zona, il prosciutto IGP di Sauris, un tipo di prosciutto crudo, affumicato e stagionato, dal gusto dolce. Chi vuole scoprire altre peculiarità del territorio può visitare il Centro Storiografico di Sauris – Museo di Sant’Osvaldo, che racconta la storia della comunità locale e del saurano, l’idioma germanofono parlato dagli abitanti.

Immerse fra le Alpi Carniche, Sauris di Sopra e di Sotto sono punto di partenza anche per tante attività outdoor, da praticare tutto l’anno.

A nord di Tolmezzo, l’itinerario continua lungo le valli del But e Pontaiba. In questa zona, dove si trova il borgo di Sutrio. Si sviluppa attorno a un centro storico caratteristico, intervallato da case in pietra e botteghe artigiane dove si intaglia il legno, tradizione artigiana che ha dato origine al progetto del Presepe del Vaticano nel Natale 2022, visibile ora nella piazza centrale del borgo.

Un fogolar friulano
Un fogolar friulano

Dopo una giornata fra le piste del comprensorio sciistico di Ravascletto-Zoncolan, agriturismi e ristoranti propongono affettati, formaggi e piatti della tradizione come frico e polenta, un classico della cucina regionale.
A Treppo Ligosullo, tra una scoperta culinaria e l’altra, si può scegliere fra arte e natura: la Galleria d’Arte Moderna “Enrico De Cillia” conta oltre 150 opere d’arte contemporanea.

Pordenone e dintorni

Spostandosi nell’area occidentale del Friuli Venezia Giulia, l’area pedemontana a nord di Pordenone offre altri spunti per il palato, da gustare in una delle trattorie o locali con fogolâr nella zona di Travesio, Castelnovo o Sequals.

Nel territorio tra il fiume Tagliamento e il torrente Meduna nascono infatti il Formaggio d’Asìno e il Forma di tal Cit, prodotti caseari dalla pasta morbida e spalmabile. Il primo si caratterizza per il gusto sapido e leggermente piccante, mentre il secondo è un prodotto nato dal riutilizzo di avanzi di formaggi, macinati e conservati in un vaso in pietra (“cit”, in friulano).

Una forma di Tal Cit
Una forma di Tal Cit

Ancor più a ovest, nell’area delle Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio, il focolare è il luogo attorno a cui ritrovarsi per un tagliere a base di pitina (prodotto IGP e presidio Slow Food) al termine di una giornata all’aria aperta. Il prelibato salume affumicato a forma di polpetta si può gustare in molte località, fra cui Frisanco, Dardago e Piancavallo.

Realizzata a base di carni selvaggina di alta montagna oppure ovine, tritate, aromatizzate e passate nella farina di polenta prima dell’affumicatura, la pitina prende anche il nome di peta o petuccia a seconda delle dimensioni e delle erbe usate per aromatizzarla.

Link utili:
La mappa dei ristoranti: www.turismofvg.it/it/enogastronomia/alla-scoperta-dei-fogolars
Strada del vino e dei sapori: www.turismofvg.it/it/enogastronomia

IG: carlottissima_t

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