La Rotonda, la villa veneta simbolo del genio palladiano, dà il via al recupero del Boschetto Romantico. Un luogo idilliaco dove, oltre a passeggiare, si può godere di un po’ di relax e svago in assoluta riservatezza.
Il restauro del Boschetto Romantico di Villa Almerico-Capra, detta La Rotonda, è un progetto conservativo che consentirà di fruire il parco in sicurezza e con un’attenzione particolare all’inclusività.
Grazie al finanziamento ottenuto dal PNNR, sono stati realizzati interventi mirati al ripristino delle viste. L’unica opportunità per ristabilire i coni visivi ideati da Andrea Palladio ora nascosti dal boschetto e dal viale di faggi, che hanno interrotto il rapporto visivo tra la villa e il paesaggio agricolo.
Per questo, le piante del boschetto ottocentesco sono state puntualmente censite, classificate e sottoposte a indagine fitopatologica per determinarne lo stato di salute.
Grazie a questi interventi, sarà possibile ammirare il rinnovato spazio verde. Un’opportunità unica per approfondire la storia e il contesto naturalistico di questo luogo straordinario. Un dialogo tra architettura, natura e storia ideale anche per implementare l’offerta didattica dedicata alle nuove generazioni e puntare sull’accrescimento di una cultura mirata alla tutela paesaggistica.
Villa La Rotonda, l’edificio più iconico al mondo
Elevata in posizione strategica sulle colline attorno a Vicenza per essere ammirata, dalla villa si può godere di un panorama straordinario.
Infatti, dalla sua posizione si contempla l’anfiteatro dei colli, il fiume navigabile e i campi, geometricamente divisi in filari di viti. Una villa veneta di indiscutibile e rara bellezza.
“La Rotonda” infatti è probabilmente l’edificio palladiano più iconico al mondo, un sito dichiarato patrimonio dell’UNESCO. Fu progettata da Andrea Palladio, architetto veneziano maestro del Rinascimento, per l’ecclesiastico Paolo Almerico (1514-1589).
Dopo l’incarico a Roma come referendario apostolico dei papi Pio IV e Pio V, Almerico decise di ritirarsi a Vicenza, sua città natale. Nel 1565 affidò al Palladio il progetto per la sua nuova dimora sopra un colle alle porte della città.
Un rifugio per sé ove trascorrere gli ultimi anni di vita lontano dall’ostilità dell’aristocrazia cittadina, ma allo stesso tempo un luogo di rappresentanza in posizione ben visibile.
Alla sua morte, la villa passò al figlio naturale Virginio, che la tenne solo per due anni prima di cederla ai fratelli Odorico e Mario Capra. La famiglia Capra, stirpe di nobili vicentini, conservò la villa fino agli inizi dell’Ottocento.
Dal 1818 Villa Almerico Capra subì diversi cambi di proprietà; danneggiata durante gli assalti austriaci del 1848 e più volte restaurata, fu infine acquistata dalla famiglia Valmarana nel 1912.
Visitata da poeti e artisti, regnanti e uomini di Stato, studiosi e amanti dell’arte, viaggiatori e turisti da ogni parte del mondo, La Rotonda, con il bonus facciate prima e con i fondi del PNRR oggi, porta a compimento il suo spazio verde restaurando il Boschetto romantico.
Il boschetto romantico, tra magia e incanto
Il boschetto romantico di villa Almerico Capra è un luogo ove passeggiare, ma anche evadere e perdersi in qualche modo.
Il progetto intende recuperare una zona apparentemente secondaria (si trova nel retro della villa) dove l’arte del paesaggio prende forma. Un ultimo geniale e meraviglioso guizzo di vita e cultura che fu realizzato poco prima di lasciare tante cose delle villa in uno stato di abbandono.
“Nel ‘900, quando la mia famiglia entra in questa proprietà, è la guerra a dettare le regole di vita. L’esistenza è ridotta al minimo essenziale, siamo alla sopravvivenza e non c’è spazio, tanto meno risorse, per i diversivi. Sono la campagna, le vigne, gli alberi da frutta, i gelsi e i pioppi a disegnare la geometria degli spazi, esattamente come 400 anni prima con Palladio. Il boschetto romantico è stato fino a ora considerato quasi sganciato dalla Villa, un luogo in più, considerato quasi superfluo.” racconta il conte Nicolò Valmarana, attuale proprietario.
La famiglia Valmarana ha sempre gestito la villa come la propria casa, assolutamente privata, dedicandole tutto l’amore possibile. I lavori di restauro sono iniziati nel ‘900 e sono proseguiti fino all’epoca più recente.
Dopo la manutenzione delle facciate nel 2021, che ha ridato alla Villa tutta la luce che merita questo iconico edificio, oggi si prosegue con il recupero del boschetto romantico.
In occasione della riqualificazione dei giardini, la Fondazione La Rotonda S.r.l. ha presentato anche l’innovativa app per Villa La Rotonda.
La app offrirà percorsi audio personalizzabili in base a interessi ed esigenze di ciascun visitatore. Si potrà esplorare la Villa accompagnati direttamente dalla voce di Palladio o di altri illustri protagonisti, come la Contessa Giustina Galvagna in Valmarana che l’ha abitata alla fine dell’800, e potrà svelare tutti i segreti dei giardini.
Mappe interattive e percorsi su misura consentiranno di esplorare autonomamente le ricchezze botaniche, storiche e architettoniche della villa.
Il conte Nicolò Valmarana
Nicolò Valmarana, uomo di grande personalità, è pratico e sensibile allo stesso tempo.
Cresciuto in mezzo ai profumi, al paesaggio, alla concretezza e al tempo stesso alla magia della campagna, ha imparato ad amare la natura e a fare della cura, del mantenimento e della progettazione del verde la propria dimensione personale e professionale, diventando uno dei progettisti più apprezzati e richiesti in Italia e all’estero.
D’altra parte, sottolinea Nicolò Valmarana, “ho imparato dalla mia famiglia a coltivare il bello. Essere proprietari di un bene così prezioso significa agire avendo avuto ereditato un incarico. Che nel tempo in me è diventato presenza e ascolto. Soprattutto silenzio e misura. Ovvero, le regole della bellezza tracciate dal Palladio che l’ha concepita e da chi l’ha abitata, amandola, senza tradirla mai.”
Una missione, quindi, che il conte porta avanti con dedizione e infinita passione. Grazie al supporto dell’ingegner Filippo Giustiniani, esperto in recupero di edifici storici e restauri, il prossimo passo sarà quello legato al recupero dell’orangerie.
Ritrovate le tracce durante i lavori, appoggiata alla barchessa dello Scamozzi, la limonaia costituisce un ulteriore passo avanti nella restituzione della magnificenza della Villa. Infatti, l’orangerie rappresentava uno degli ambienti più raffinati del quale disponevano le abitazioni nobiliari fino al ‘700.
Fu con l’arrivo di Napoleone e la fine della Serenissima che le famiglie aristocratiche veneziane subirono un tracollo, politico ed economico. Abbandonate dalla Repubblica, si lasciarono andare a uno stato di trascuratezza che condizionò anche gli edifici e a maggior ragione le limonaie, assai delicate e costose.
Adesso, proprio grazie alla volontà di Nicolò Valmarana, anche questa parte storica e preziosa de La Rotonda tornerà a brillare. Un regalo per la comunità e per tutti coloro che si lasceranno ammaliare dalla bellezza di questo magico luogo.
Info: villalarotonda.it